Hola bimbe!
Ebbene si... ecco lalexa.
Cavolo... mi vergognavo quasi a rientrare così dopo questo lungo silenzio. Ma la voglia e la passione per questo blog, per voi e per le mie ricette mi riporta qui.
Sarò sincera con voi, lalexa ha passato un periodo per così dire intenso, una periodo lavorativo che mi faceva tornare a casa la sera con il solo desiderio di staccare il cervello da tutto, forse un leggero calo di stimoli in un lavoro in cui sono di fondamentale importanza. Beh... un periodo così capita a tutti. Ora, forse anche grazie alle attesissime ferie sto meglio, sono più serena, rigenerata e sognatrice... di così tanti sogni che il solo pensiero mi asfalta la strada davanti e me la rende più piacevole. Sognare non costa niente... o anche si, ma mi fa stare bene, benissimo. Ve ne parlerò un giorno.
Come vi avevo detto sono stata a Pantelleria.
Ero stufa di sentirmi dire nei mesi precedenti da chi già ci era stato che Pantelleria o si ama o si odia, che non esistono le vie di mezzo... beh mi sembravano tutti dei fissati.
Sono scesa dall'aereo che il buio aveva gia avvolto l'isola, la prima cosa che mi ha colpito una volta scesa dalla scalettaè stato l'odore: uva, zolfo, salsedine, roccia... un odore diverso da quello che avevo ancora nelle narici, un odore forte che mi ha trasportato e stordito fino all'arrivo al dammuso... una caramellina di roccia nera che solo la mattina dopo mi ha regalato un panorama che mi ha fatto dimenticare tutti i duri mesi precedenti.
E in quell'ora in cui in giro ci sono solo gli anziani che vanno a messa e il profumo del pane caldo io e il mago siamo saliti in sella al nostro motorino e abbiamo iniziato l'esplorazione. Che isola strana... pochi km quadrati di terra circondati da un mare a volte blu, a volte azzurro a volte verde...trasparente come una piscina. Un mare vivo e selvaggio. Una popolazione che a volte ignora il mare per sentirsi contadina ancorata alla sua terra più che alle sue barche. E allora via... un tuffo al mare e un giro tra i campi dove ci siamo intrattenuti a parlare prima con i pescatori, poi con i contadini con la schiena rotta dalla vendemmia (delle piante così basse che per vendemmiare sei praticamente sdraiato per terra), poi di nuovo al mare a cercare di pescare i ricci per la nostra cena al dammuso. Poi con la retina piena di ricci di corsa a prendere una bottiglia di zibibbo in piccole cantine da dove trasuda lavoro e passione.
Un posto dove il turista è sì sacro... ma anche no. Dove: "Venite quando volete ma queste rocce nere sono nostre". Insomma Pantelleria o la ami o la odi. Niente di più vero. Io la amo. Il mago anche. E un pezzo del nostro cuore l'abbiamo lasciato anche là su scogli ruvidi e splendidamente inospitali.
Non potevo non fare un tributo alla cucina pantesca e a tutta l'isola. Un piatto che ho avuto la fortuna di assaggiare in un ristorantino sul mare. Così buona che assolutamente era da riproporre e da inserire nel mio ricettario. Assolutamente geniale nella sua semplicità.
Ingredienti per due persone:
- 160 gr di linguine
- 1 spicchio di aglio
- olio evo
- mezza melanzana
- 8 gamberi rossi
- 8 pomodori pachino
- ricotta salata
- prezzemolo
- una spruzzata di zibibbo secco
Cuciniamo insieme:
Tagliate a cubetti non troppo piccoli la melanzane e tenetela mezz'oretta cosparsa di sale, dopodiché friggetela e ponetela assorbente asciugandola per bene. Mettete da parte.
In una padella mettete un filo di olio evo e lo spicchio di aglio intero quindi ponete i gamberi rossi interi, fateli soffriggere e spruzzate con lo zibibbo. Aggiungete i pomodorini e saltate per qualche minuto. Infine aggiungete le melanzane, spegnete il fuoco e aggiustate di sale se occorre.
Cuocete le linguine quando saranno al dente scolatele e saltatele in padella con il condimento, impiattate e spolverate con una grattuggiata di ricotta salata e una manciata di prezzemolo fresco tritato. Geniali
lalexa
amore. a te.