(...) Quella sera però non riuscivo a sprofondare secondo il mio solito nel piacere della lettura. Kumiko, infatti, tardava. In genere alle sei e mezza al massimo era di ritorno, e quando pensava di far tardi, anche solo di dieci minuti, non mancava mai di chiamarmi. In queste cose era fin troppo metodica. Ma quel giorno alle sette passate non era ancora tornata, né aveva telefonato. Io avevo preparato tutto in modo da poter cenare appena lei fosse arrivata. Non era un gran menù.
In una padella cinese si facevano andare a fuoco basso bue affettato sottile, cipolle, peperoni e germogli di soia, si cospargeva di sale e pepe, e si aggiungeva un po' di olio di sesamo. All'ultimo minuto si condiva il tutto con uno spruzzo di birra, era un piatto che mi ero preparato spesso quando vivevo da solo. Il riso era cotto, il brodo di miso era caldo, la verdura era lavata e disposta in un vassoio, pronta per essere buttata in padella in qualsiasi momento.
Ma Kumiko non tornava. Avevo fame, quasi quasi ero tentato di prepararmi la mia parte e cominciare a mangiare da solo. Ma per qualche motivo quella soluzione non mi soddisfaceva, avevo la sensazione che non fosse una cosa corretta, anche se non sapevo spiegarmi il perché.
Seduto al tavolo della cucina bevvi una birra, e rosicchiai parecchi cracker stantii che trovai in fondo alla credenza. La lancetta corta della sveglia si andava avvicinando alle sette e mezza, e io me ne stavo con le mani in mano a guardarla avanzare.
In conclusione, Kumiko tornò alle nove e mezza passate. Aveva l'aria spossata. Gli occhi rossi, come iniettati di sangue. Brutto segno. Quando aveva gli occhi rossi, succedeva sempre qualcosa di brutto. «Stai calmo, - mi dissi, - cerca di non parlare a sproposito. Tranquillo, naturale, cerca di non provocarla».
-Scusami, - fece lei. - Non ce l'ho proprio fatta a finire prima. Volevo telefonarti, ma per varie ragioni non sono riuscita a trovare neanche un momento.
-Ma no, non fa niente. Non ti preoccupare, - risposi come se non ci facessi caso. E in realtà non è che fossi particolarmente seccato, era successa la stessa cosa anche a me non so quante volte. Andare a lavorare fuori casa comporta tanti problemi, non è una vita limpida e serena... non si tratta di raccogliere la rosa più bella che fiorisce in giardino, portarla alla vecchietta a letto per un'influenza due strade più in là, et voilà,
la giornata è bell'e che passata. No, succede a volte di ritrovarsi con dei buoni a nulla a fare cose assurde. Succede di non riuscire neanche a trovare un momento per telefonare a casa. Bastano trenta secondi, per comporre il numero di casa e dire «questa sera sono in ritardo». Di telefoni ce ne sono da tutte le parti. Eppure non sempre si riesce a farlo.
Mi misi a cucinare. Accesi il gas e cosparsi d'olio la padella. Kumiko tirò fuori la birra dal frigo e i bicchieri dalla credenza. Esaminò cosa io mi accingessi a preparare per cena. Poi senza dire una parola si sedette al tavolo, e si mise a bere la sua birra. (...)
In una padella cinese si facevano andare a fuoco basso bue affettato sottile, cipolle, peperoni e germogli di soia, si cospargeva di sale e pepe, e si aggiungeva un po' di olio di sesamo. All'ultimo minuto si condiva il tutto con uno spruzzo di birra, era un piatto che mi ero preparato spesso quando vivevo da solo. Il riso era cotto, il brodo di miso era caldo, la verdura era lavata e disposta in un vassoio, pronta per essere buttata in padella in qualsiasi momento.
Ma Kumiko non tornava. Avevo fame, quasi quasi ero tentato di prepararmi la mia parte e cominciare a mangiare da solo. Ma per qualche motivo quella soluzione non mi soddisfaceva, avevo la sensazione che non fosse una cosa corretta, anche se non sapevo spiegarmi il perché.
Seduto al tavolo della cucina bevvi una birra, e rosicchiai parecchi cracker stantii che trovai in fondo alla credenza. La lancetta corta della sveglia si andava avvicinando alle sette e mezza, e io me ne stavo con le mani in mano a guardarla avanzare.
In conclusione, Kumiko tornò alle nove e mezza passate. Aveva l'aria spossata. Gli occhi rossi, come iniettati di sangue. Brutto segno. Quando aveva gli occhi rossi, succedeva sempre qualcosa di brutto. «Stai calmo, - mi dissi, - cerca di non parlare a sproposito. Tranquillo, naturale, cerca di non provocarla».
-Scusami, - fece lei. - Non ce l'ho proprio fatta a finire prima. Volevo telefonarti, ma per varie ragioni non sono riuscita a trovare neanche un momento.
-Ma no, non fa niente. Non ti preoccupare, - risposi come se non ci facessi caso. E in realtà non è che fossi particolarmente seccato, era successa la stessa cosa anche a me non so quante volte. Andare a lavorare fuori casa comporta tanti problemi, non è una vita limpida e serena... non si tratta di raccogliere la rosa più bella che fiorisce in giardino, portarla alla vecchietta a letto per un'influenza due strade più in là, et voilà,
la giornata è bell'e che passata. No, succede a volte di ritrovarsi con dei buoni a nulla a fare cose assurde. Succede di non riuscire neanche a trovare un momento per telefonare a casa. Bastano trenta secondi, per comporre il numero di casa e dire «questa sera sono in ritardo». Di telefoni ce ne sono da tutte le parti. Eppure non sempre si riesce a farlo.
Mi misi a cucinare. Accesi il gas e cosparsi d'olio la padella. Kumiko tirò fuori la birra dal frigo e i bicchieri dalla credenza. Esaminò cosa io mi accingessi a preparare per cena. Poi senza dire una parola si sedette al tavolo, e si mise a bere la sua birra. (...)
Tratto da:
Murakami Haruki - L'uccello che girava le viti del mondo
Einaudi Editore - 2007
Un libro che mi ha lasciato moltissimo. Non solo questa ricetta.
Ecco la mia trasposizione della ricetta. Come essere entrata anche io un po' nel libro. Non c'è bisogno di agigungere altro. La ricetta è semplice, e Murakami scrive sicuramente meglio di me ;)
lalexa
Con questa ricetta partecipo al contest "Sapori tra le righe. Un libro una ricetta" del blog Rosso Lampone
Che bello questo libro:) mi hai fatto venir voglia di comprarmelo. E mi piacciono anche un sacco queste ricettine asiatiche :) Alexa lo chiedo anche a te: tu riesci a vederlo lo stesso il mio blog? perchè cambiando indirizzo non vorrei aver fatto un danno! :) un bacione grande!
RispondiEliminaSe può farti comodo, mi intrometto per dirti che io vedo il blog L'arte in cucina, con ultimo post del 16 febbraio. (anch'io faccio pasticci col computer) :(
EliminaCiao Andrea! il mio è la pazza cucina di monica :) comunque penso di aver risolto:)
EliminaE infatti ho rifatto uno dei miei soliti pasticci: comunque sei visibilissima!
Eliminaahahah voi due ..volete un cordiale già che ci siete?riesco a vederti Monica si!ti mando un super bacio e auguri donna!un bacio anche ad Andrea:)
EliminaCiao Lalexa, grazie per lo stralcio del libro, interessante, prendo nota!!!
RispondiEliminaLa ricetta, mi piace parecchio, bravissima!!!
Bacioni :))
grazie Ely super bacione!
EliminaQuesta scena mi è familiare, soprattutto il punto in cui dice che anche se ci vogliono 30 secondi per fare una telefonata siamo talmente presi che non facciamo neanche quello....che cosa alienante il lavoro! :-(
RispondiEliminaGrazie per la segnalazione di questo libro, penso che lo leggerò! Un bacio bellezza
è assurda vero?ma reale!un grande bacio Chiara e un augurio speciale a te!
EliminaUn libro interessante e la ricetta e bellissima.Brava cara.Buona serata
RispondiElimina:)bacione vero a te!grande:)
EliminaAle!!!!! Orca che affinità: ho letto quel libro e mi ha fatto scoprire Murakami (la letteratura giapponese in linea di massima mi piace, Mishima o Tanizaki... che però sono più vecchi) e i Portished li adoro!!! Ma poi vogliamo parlare di questa ricetta? Buonissima!!! In bocca al lupo per il contest, ti presenti proprio bene! Un bascio!
RispondiEliminama pensa te Patty!adoro questi scrittori stella!un bacio grande a noi allora;)
EliminaBello! Mi piace, anche io ho intenzione di partecipare a questo contest... ottima scelta!!
RispondiEliminagrazie Lara,bacione e buona giornata!:)
EliminaNooooooooooooooo nooooooooooooooooooooo Murakami noooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!
RispondiEliminaIo quella maledetta "stanza" di questo libro ancora me la vedo davanti... ANGOSCIA e oltretutto ANGOSCIA inutile perchè lui VANEGGIA, e mi fa sentire PAZZA come le cose che scrive....
E non contenta di questo libro, ho insistito, e ho letto anche Kafka sulla spiaggia O_O MALEDETTO Murakami ma che sostanze stupefacenti usi?????? Non sei tu quello che ha scritto "Tokio blus Norvegian Wood" libro bellissimo ma non l puoi aver scritto tu, oppure lo hai scritto ma poi sei IMPAZZITO e nessuno se ne è accorto! Ok ora sto zitta, perchè in effetti la pazza potrei sembrare io, ma mi sa che hai capito che io ho avuto qualche problemino a leggere questo libro...
Provo la ricetta, ma solo perchè l'hanno sperimentata le tue sante manine :D
:-*
cazzarola Daniiiiiiii ma quanto ti capisco??? giuro sai angoscia pura anche per me ..mi pare di essre in un vortice sballottata di qua e di la quando leggo Murakami!sono daccordo con te...in questo libro gli ha dato di volta il cervello!fortissimo, potente,shockante:)ti voglio un grande bene
Elimina.....a me invece piace chi vaneggia, che riesce a portarmi in un mondo altro...vado a curiosare questo contest, mi hai fatto venir voglia di partecipare...baci cri
RispondiEliminacri un bacio speciale a te!grande grande
EliminaMa sei bellissima Lale!! Con il pezzo del libro!! Meraviglioso! Un abbraccio tesoro, molto buono e io adoro la cucina orientale!! TVTB!
RispondiEliminaio di più Ely!;)ahahah tanto tanto bene per te grande donna!
EliminaQuanto sei brava!!! mi piace molto questo piatto come sempre presentato benissimo!
RispondiEliminaun bacione
patty!grazie infinite.un abbraccio pieno di affetto!
EliminaMa che bella questa ricetta nata dal libro Lale!!!
RispondiEliminaNon conosco questo libro, grazie per questo stralcio..la ricetta è fantastica...la canzone pure!!!
Baci amica! Roby
il libro è fantastico,te lo consiglio a te che ami la lettura!ti piacerebbe ne sono certa;)bacione Roby bella!ti voglio bene
Eliminainvitante la ricetta ma anche il libro... hai suscitato la mia curiosità!
RispondiElimina;)bacio grande
EliminaCiao cara, buongiorno! Grazie per la ricettina e anche per il consiglio sul libro, lo aggiungo subito alla lista infinita dei libri da leggere e credimi è lunghissima :) buona giornata!
RispondiEliminabene Vale,se un giorno lo leggerai voglio sapere se ti è piaciuto!un bacione
EliminaBuongiorno tesora, bella la realizzazione della ricetta e bello il libro... avessi voglia di leggere in questo periodo .... ho un po' mollato, non ce la faccio a fare tutto mannaggiaammmmme!!!
RispondiEliminaun'artista, ecco, un'artista superetinica!
baci grossisssssssimi
Sandra
cacchio come ti capisco..io tengo ancora botta ma non so per quanto;) superetinica?ahahah volevi dire superetilica?:)bacione super
EliminaChe bello stralcio. Pensa che io sarei già stata in angoscia se chi aspettavo tardava così tanto. Ma questo é un altro discorso :)
RispondiEliminaChe brava ad esserti immersa totalmente nel libro ed averlo trasportato nel mondo reale con questa splendida ricetta. Mi stupisci sempre cara! Un bacione
anche io Elle ti giuro...sarei in ansia ..ma anche questo è un altro discorso;)...ti mando un affettuoso bacio amica mia!
Eliminasono esterefatta, con te conosco autori nuovi, e oltretutto piatti del tutto sconosciuti (per me), grazie di esistere ^_^
RispondiEliminagrazie dell' affetto Fra.speciale e grande sei!un bacio :)
EliminaTesorina passa da me c'è una sorpresina per te!
RispondiEliminaVale
ma stella così mi fai arrossire però..grazie Vale.di cuore:)
EliminaChe bel post tesoro!! Adesso so che voglio quel libro e so che anche tu come me, ti lasci ispirare dai libri per creare nuove ricette!!
RispondiEliminaUn bacione grande
bello no vale?interazionare con un libro..ahahah !ti stringo forte:)
EliminaDavvero complimenti e anche il contest è veramente geniale...quante volte ci fa venire fame semplicemente leggere di qualche piatto che i protagonisti mangiano?Inoltre io adoro la cucina etnica, questo piatto non posso dire come sia di sapore ma certamente a livello estetico coglie tutta la filosofia orientale e sembra buonissimo.Complimentissimi!
RispondiEliminaanche io lo trovo geniale il contest Marcella!bacione a te e a prestissimo:)
EliminaLale, confesso, non ho mai letto murakami ma questo stralcio me ne ha fatto venire voglia, per via di quella storia della telefonata che ci vogliono tre secondi e nonostante questo non si riesce a fare.....è vera, ma difficile da spiegare e da capire!
RispondiEliminaTra l'altro il piatto mi piace un sacco, e mi hai fatto anche venire voglia di partecipare al contest :)
Baci!!!
Murakami è un genio Robi..se ti avvicini a lui poi non lo molli più..ti consiglio Norwegian Wood di Murakami per iniziare..uno dei libri più belli che ho letto!un bacio grandissimo e pieno di colore!
EliminaUn'altra appassionata di letteratura e cucina giapponese!
RispondiEliminaNon ho letto nulla di Murakami Haruki, ma da quanto hai trascritto mi piace molto.
Sarà senz'altro il mio prossimo acquisto.
Brava! ... e in bocca al lupo per il contest!;-)
CIAO MARI
brava Mari!non te ne pentirai vedrai,come dicevo sopra a Robi inizia magari se ti va con Norwegian Wood..libro straordinario.sappimi dire poi se lo leggi come lo hai trovato;)bacione grandissimo
EliminaBellissimo post e ricetta..bravissima auguri per la festa della donna un bacio Lia
RispondiEliminagrazie Lia carissima!un augurio davvero speciale e con tutto il mio affetto per te:)
Eliminasai rendere non solo le tue ricette meravigliose e accattivanti, ma addirituutra appassionanti grazie al calore delle tue introduzioni. spledido!
RispondiEliminaElena!tu splendida!si!davvero sai?un abbraccio e un augurio super donna!
EliminaChe bella idea quella di prendere una ricetta da un libro che ci ha colpito:) anche a me piace farlo, da quando sono piccina che chiedevo a mia madre di preparare le frittelle di nonna papera!
RispondiEliminaE insomma, le ricette col sapore orientale spesso meritano!
A presto:*
ahahaha amore!le frittelle di nonna papera ;)che mitica bacio grandissimo e un augurio di cuore per oggi!:)
EliminaHai un blog carinissimo! Da oggi ti seguo pure io ^_^
RispondiEliminaBuon fine settimana
grazie cara ,la cosa sarà reciproca:)
EliminaMi sembravano secoli che non passavo di qua...
RispondiEliminaE guarda che sorpresa...
Quanto mi hai fatto pensare e viaggiare con la mente neanche lo sai!
Ti mando un bacio grande e un grazie altrettanto grande!!
<3
Silvia stella mia !ma ciaoooo.anche io sto periodo bella incasinata!sono contenta di averti fatto viaggiare un pò con la mente!...non fa mai male.un bacio grandissimo
EliminaRicetta gustosissima ed un bellissimo modo per presentarla, davvero complimenti, bravissima!
RispondiEliminagrazie bella!ti mando un bacio grandissimo:)
Eliminaanche a me è piaciuto molto questo libro, concordo che sia delirante ma scrive talmente bene che ha tutto un senso! ciao!
RispondiEliminaFrancesca
grande Haruki:) hai ragione Francesca!un bacione:)
Eliminaammazza che citazioni Murakami è la follia e l'angoscia che attirano, mi è capitato con Tokio Blues letto anni fa ancora me lo porto dietro ti entra dentro, devo leggermi questo allora. Interessante questo contest! pieno di spunti letterari e culinari, il op del binomio, a presto mony
RispondiEliminaMurakami è un pugno nello stomaco Monica ,vero?ti entra dentro in maniera sconvolgente!un bacio e grazie della visita:) a prestissimo
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