giovedì 31 gennaio 2013

Strudel salato di kamut con mele, speck e casatella

Equivoci piccoli e grandi dovuti a distrazione e inizi di dislessia! Dunque, dovete sapere che per scrivere un post ci metto dalle 2 alle 48 ore circa... Perchè? Perchè sono distratta e uso male la punteggiatura, salto o aggiungo spazi, ometto maiuscole dove dovrebbero andare... la mia scrittura digitale è un po' alla "vateciava" (espressione veneta per descrivere una cosa fatta alla carlona...ma poi chi è sta povera Carlona?). Comunque se scrivo il post ho tempo di correggere e mi impegno perchè alla fine rispetto l'immensa cultura letteraria e grammaticale italiana e ne sono molto affascinata. Il mio sogno sarebbe quello di avere sempre un piccolo correttore di bozze tascabile che ci pensi lui a sistemare i miei strafalcioni... Ma quando scrivo i commenti o le relative risposte... lì parte il disastro... perché scrivo di getto e non dò un occhiata finale. Scrivomandochiudo! Un paio di giorni fà incappo in un commento da me lasciato su un golosissimo Pain (ettone) perdu di Raffaela del blog Stregavera (consiglio di farci un giretto)... La situazione che trovo è questa: il commento balordo che diceva: "stupendolè invitantissimolgolosissimo davvero.segno la ricetta!:)". Ho subito pensato di soffrire di bipolarismo... STUPENDOLÈ!? E lei con estrema e discreta eleganza che mi risponde: "Io mi segno questi termini...mi sa che sono arretrata ;-) Grazie!!!!!!"... Sono scoppiata a ridere ma al tempo stesso mi son sentita rinco! E questo è quanto..e ho ripensato a tutti gli strafalcioni disseminati nei vari/vostri blog e agli scritti ad amici: picnoc al posto di pic-nic, buontiorno al posto di buongiorno, merdina al posto di merendina, ci vediamo alle 120 invece che a mezzogiorno e via così... Il fatto è che il mio ragazzo me lo dice sempre che sono distratta e sbadata nelle scrittura...ma con la risposta di Raffaella ho preso atto della mia situazione. ;) Chiedo scusa.le cose importanti sono ben altre!


Ingredienti:

Per la pasta di ricotta:
  • 180 gr  farina di kamut
  • 180 gr ricotta
  • 90 gr di burro
  • sale

Per la farcitura:
  • 1 mela 
  • speck
  • 1 zucchina
  • formaggio casatella (o brie)
  • semi di papavero


Cuciniamo insieme:
Impastate la farina con la ricotta il burro e il sale e mettete la palla ottenuta avvolta in pellicola per un'ora in frigo.
Nel frattempo mettete in una terrina la mela pulita e sbucciata a dadini, lo speck tagliato a listarelle, la zucchina tagliata e julienne e strizzata, il sale e i semi di papavero e date una bella mescolata!
Stendete la pasta a formare un rettangolo e coprite con la farcitura, aggiungete il formaggio e arrotolate sigillando bene il rotolo. Io ho decorato con un pomodorino e dei semi di papavero. Cuocete a 180° in forno preriscaldato per 45 minuti!
Servite tiepido... o come scriverebbe lalexa... Versite pietido!!!

lalexa



Con questa ricetta partecipo al contest "Me lo porto in ufficio" di "Pasticci & Pasticcini di Mimma"








martedì 29 gennaio 2013

Parmigiana di Topinambur e adrenalina

Ebbene si!
Lalexa stava per saltare per aria.
Si si!
Non sto mica scherzando.
Stavo per saltare per aria.

Sono cose che capitano solo a lalexa. La Bridget Jones dei poveri.
Era da un paio di giorni che sentivo uno strano rumorino alla macchina, da brava donna il rumore l'ho ignorato... passerà... ma ieri sera si era fatto un po' insistente e quindi dopo lavoro mi ero ripromessa di andare a far visita al meccanico per chiedergli un parere... un rumore simile a quello che farebbe una macchina assemblata senza viti... mi sembrava di aver svuotato una cassetta degli attrezzi dentro il cofano... fatto sta che mentre mi recavo al lavoro ero tranquilla, speravo solo che il meccanico al pomeriggio risolvesse tutto subito e senza spargimento di euri ;)
Arrivo al lavoro. Come ogni giorno. Parcheggio. Come ogni Giorno. Entro. Come ogni giorno. Mi dirigo verso il caffè. Come ogni giorno. Mi suona il telefono, è un mio collega. NON come ogni giorno. Rispondo e sento una voce urlante stile Munch: "Alexaaaaaaa c'è la tua macchinaaaaa che sta prendendo fuocoooooo".

...

Panico. Corro nel parcheggio e vedo già un capannello di persone.  La mia macchina ormai isolata nel parcheggio avvolta dalla nube bianca dell'estintore... in poche parole... qualcosa che ha a che fare con cavi elettrici si era fuso e da sotto la macchina iniziavano a comparire delle fiamme che grazie a non so chi il mio collega entrando nel parcheggio ha notato.Non si può descrivere a parole lo scoramento provato e l' imbarazzo davanti a colleghi,direttore e curiosi che mi guardavano con un' aria che aveva vagamente a che fare con un misto di rimprovero,pena e derisione per me.Alla fine è venuto il carroattrezzi a portarsi via la mia belva ferita... il meccanico mi ha detto che ancora poco e avrebbe preso fuoco la macchina... e con lei tutte le macchine vicine... cioè... vi rendete conto... chi mi conosce da un po' ha detto solo una cosa: "Solo a te capitano queste cose Ale".
Il danno c'è ma per fortuna non così grave... due minuti in più e avrei dovuto inziare a girare qualche concessionaria. Grazie  al collega che in quel momento si è guadagnato una riga nel mio testamento.
me la sono vista davvero brutta!

Ok che amo il rischio e l'adrenalina... ma diamine... non esageriamo
...potevo rimanere veramente offesa. (cit)

Stasera, devo rilassare i nervi, avevo voglia della classica parmigiana ma non volevo esagerare con la caloria. Quindi zero olio in questo piatto e ho provato ad usare i topinambur lessati invece delle classiche melanzane fritte. Curioso e goloso!!!


Ingredienti per due persone:
  • 400 gr di topinambur
  • passata di pomodoro
  • 2 mozzarelle di bufala
  • formaggio grana gratuggiato
  • sale
  • erba cipollina (o basilico)


Cuciniamo insieme:
Pelate i topinambur e tagliateli a fette. Cuoceteli per 10 minuti in acqua salata e scolateli. In una pirofila stendete uno strato di passata, coprite con le fette di topinambur, la mozzarella tagliata a fette, una spolverata di grana gratuggiato, dell'altra passata di pomodoro e l'erba cipollina, secondo me ci sta molto bene con il topinambur, ma potete usare anche il classico basilico. Coprite con le rimanenti fette di topinambur e cospargete con altra passata di pomodoro. Spolverate con il grana e infornate a 170°  per 45 minuti.

lalexa

...Ring me, ring me, ring me up the President
 And find out where my baby went
 Ring me, ring me, ring me up the FBI
 And find out if my baby's alive...




lunedì 28 gennaio 2013

Pane di Fiè (Schuttelbrot): ovvero schiacciatine di pane di segale

Buon lunedì a tutte!
Oggi vorrei parlarvi di un pane che letteralmente io adoro. Un pane rusticissimo che si trova in ogni panificio del trentino ormai ma che in origine era prodotto dalle sapienti mani dei contadini della zona di Fiè che sapientemente davano forma e consistenza a questo sottile pane duro di segale, letteralmente “pane scosso”, visto che l'impasto, piuttosto tenero,  non viene steso con le mani, ma semplicemente sottoposto ad un lieve e continuo scuotimento circolare su dei taglieri, procedimento che richiede una certa pazienza e abilità e che gli conferisce la classica forma a cerchio sottile in centro e più spessa ai lati.


Questo pane è diventato un po' il pane simbolo dell'Alto Adige, fragile, croccante, tradizionalmente da rompere con il pugno e splendidamente adatto ad accompagnare un tagliere di gustoso speck e un buon bicchiere di vino. Anticamente i contadini ne preparavano grandissime quantità che mettevano in una specie di rastrelliera di legno nei masi dove veniva affumicato lo speck, il pane così conservato poteva durare mesi e mesi... anzi più passa il tempo più... vi sembrerà strano... ma guadagna in gusto senza perdere la sua croccantezza.

Ingredienti per 6 pagnotte grandi o 12 piccole (come le mie):
  • 250 gr di acqua
  • 50 gr di pasta acida (potete farla o acquistarla in panificio)
  • 10 gr di lievito
  • 75 gr di farina
  • 300 gr di farina di segale
  • 1 cucchiaio di trigonella (la trovate in erboristeria)
  • 8 gr di sale
  • 1 cucchiaino di cumino
  • crusca di frumento

Cuciniamo insieme:

Sciogliete la pasta acida e il lievito in acqua calda, mettete in una ciotola (o in impastatrice) le farine, il composto appena creato con i lieviti, la trigonella, il sale e il cumino e impastate. Il composto dovrà risultare piuttosto morbido. Coprite con la pellicola e fate lievitare per circa mezzora a 30/35°.
Impasto non lievitato
Dopo la lievitazione
Il composto non lieviterà come per il pane classico, quindi non spaventatevi se cresce poco. Ora rilavorate velocemente la pasta e formate sei pagnotte grandi come un pugno per fare il pane più grande o altrimenti dimezzate la dose se volete più schiacciatine piccole e ponetele su un canovaccio cosparso di crusca e spolverate di farina.
Fate riposare ancora per un'altra mezzora... ora siamo a metà dell'opera... e qui viene il bello... per dare a questo pane la tipica forma si dovrebbe usare un'apposita tavoletta di legno rotonda, io ho usato un tagliere. Posate le pagnotte sul tagliere cosparso di farina e iniziate a "scuotere" l'impasto con movimenti circolari finché il pane non si sarà appiattito, diventando molto sottile e avrà acquistato la classica forma circolare... pazienza, abilità, tenacia... il mastro panificatore Hans non vi osserva quindi se proprio non ci riuscite...aiutatevi con le mani, ma se lo incontrate non diteglielo!!! 
Quindi mettete le pagnotte su una teglia da forno ben infarinata e cuocetelo a forno preriscaldato a 200° finché non sarà di un color bello marrone. Quando sarà cotto fate riposare il pane di modo che si secchi per bene.


E ora fuori lo speck, fuori i cetriolini ma soprattutto fuori un buon bicchiere di vino!! ;)) 

lalexa




Con questa ricetta partecipo al contest "Mani in Pasta - I pani della tradizione"






domenica 27 gennaio 2013

Torta di Linz bianca e casa dolce casa

Eccomi di ritorno da un super weekend mordi e fuggi a casa mia in montagna! Partita venerdì sera col tato, siamo andati diretti a farci una megacenetta in un rifugio in alta quota. Fantastica atmosfera, per arrivare al rifugio e guadagnarci la cena abbiamo dovuto salire in motoslitta a -15°, immersi in un panorama quasi lunare illimunato solamente dalla luna piena e dal riflesso della neve!! Bello bello bello!
Durante questo fine settimana su da me c'è stata anche la Marcialonga, una competizione sciistica di fondo davvero folkloristica... ma non immaginatemi sugli sci a faticare per 70 km... ce ne stiamo stati a fare il tifo dal poggiolo di casa mia! Un fine settimana davvero rigenerante e insieme alla mia mamma ho preparato la torta Linz, ottima!
Il micio della foto non è mio MicioPino caduto nel carbone ma è MicioLeo: il micione dei miei genitori... tanto cresciuto dall'ultima volta che sono salita in valle!
Una buona settimana a tutte!!!!!




Ingredienti per la torta:
  • 250 gr di burro
  • 220 gr di zucchero
  • 300 gr di farina
  • 250 gr di nocciole sbucciate e grattuggiate
  • 1/2 bustina di lievito
  • 1 bustina di zucchero vanigliato
  • 2 uova
  • scorza di limone grattugiata
  • 2 cucchiai di rum
  • 1 pizzico di sale
  • 200 gr di marmellata di albicocche


Cuciniamo insieme:
Lavorate il burro freddo con lo zucchero, il lievito, lo zucchero vanigliato, le uova, la scorza di limone, il rum, il sale fino a quando il burro sarà completamente assorbito. Ora impastate velocemente con le nocciole e la farina finché otterrete una pasta liscia. Avvolgete l'impasto nella pellicola e lasciate riposare in frigorifero per una mezz'oretta. Trascorso il tempo stendete due terzi dell'impasto e adagiatelo in uno stampo imburrato e infarinato e farcite con la marmellata. Con l'impasto rimanente decorate a piacere la superficie della torta, non dimenticante di disporre un rotolo di pasta per creare il bordo della torta. Cuocete ora a 170° per circa 50 minuti.
La torta di Linz è ancora più buona il giorno dopo quindi vi consiglio di prepararla in anticipo!!!

lalexa





mercoledì 23 gennaio 2013

Fortaie non solo a Carnevale: si fa presto a dire frittelle!

Innanzitutto voglio ringraziare tutte voi per essere riuscite ad entrare anima e corpo nel post di ieri. Mi avete regalato parole bellissime. Devo ammettere che fatico non poco a sbottonarmi, a parlare di me e in questa esperienza  con il mio piccolo Pappageniale ho scoperto di poter riuscire ad aprirmi un pochino di più... Come dire un'"esperienza terapeutica"... Mi immagino un po' in quegli incontri di mutuo aiuto davanti a tutte voi: "Salve, mi chiamo Alexa, ho34 anni e oggi ho fatto il pasticcio... ma in realtà volevo parlarvi di un'altra cosa".. :) che dire... Un grazie ad ognuna di voi. Con cuore aperto!

Ma ora parliamo di cose serie... FORTAIE

Curiosità: Quello che voglio proporvi oggi è un dolce straordinario per gusto e davvero facilissimo e veloce da fare. Le fortaie sono un tipico piatto del Sudtirolo e del Trentino, vengono chiamate anche Strauben(arricciato, scompigliato in tedesco) per la loro forma irregolare e a spirale!
È un dolce composto da una pastella di farina uova, latte, grappa che vanno fritte e infine spolverate di zucchero a velo e servite con marmellata di mirtilli.... vi assicuro che sono uno sballo!
Questo piatto da noi non si mangia solo a Carnevale, anzi, solitamente lo si può trovare nelle sagre di paese in estate.
Nella cultura ladina si chiamano Fortaies e la tradizione nuziale voleva che venissero messe in tavola la sera in cui lo sposo arrivava nella casa della sposa per preparare le nozze. Era consuetudine che in quella sera gli amici dello sposo, i vicini o altri interessati alla ragazza andassero a rubare le Fortaies, ahahah, purtoppo questi usi si sono andati a perdere nel tempo e non vengono più seguiti perchè si sono persi nell'arco del tempo.

Ingredienti:
  • 200 gr farina 
  • 2 bicchieri di latte tiepido
  • 1 bicchierino di grappa
  • 2 uova
  • 1 pizzico di sale
  • zucchero a velo
  • olio per friggere
  • marmellata di mirtilli

Cuciniamo insieme:
In una terrina mettete la farina setacciata poi mettete il latte intiepidito mescolando bene con la frusta, aggiungete il pizzico di sale, i rossi delle uova e la grappa. Montate a neve i bianchi e incorporateli delicatamente alla pastella.
Preparate una padella con dell'olio e quando sarà bollente prendete un imbuto, tenete tappato il foro con un dito, impedendo così alla pastella di uscire e riempitelo per bene.
Ora spostatevi sul centro della padella e togliete il ditino dall'imbuto, l'impasto inizierà a scendere nell'olio bollente, ora create con movimento circolare una spirale. Quando si sarà dorata girate la fortaia e fate dorare anche sull'altro lato. Scolate, ponete su carta assorbente e impiattate spolverando di zucchero a velo e marmellata di mirtilli rossi.
...Ammetto che anche con la mitica cioccolata di nocciole le fortaie sono estasianti!

lalexa


e avanti con gli schützen!!!


Io sono curiosa e Tu? Partecipa con me a "Cucinando Curiosando"! 



martedì 22 gennaio 2013

Pasticcio di tortillas, scarola, pere e gorgonzola

Quante persone conosco e ho conosciuto? Persone che restano ma anche passano come un fulmine. Conoscenze. Poche vere amicizie. Poche hanno saputo realmente toccare la mia essenza come te. E io ho deciso di mostrartela. Amica mia, la mia "sorella". Sei forte tu. E nenche lo vedi quanto. Rivivo la tenerezza di cui mi hai riempito dalla prima volta che ti ho visto sulla porta della casa, tu al primo anno di corso universitario che mi chiedi se ho del caffè. Da lì non ci siamo mai più perse. Quella complicità da subito quasi a non voler perder tempo ci ha trascinate in avventure spesso entusiasmanti altre volte meno, dove "oggi tocchiamo il cielo con un dito e un minuto dopo siamo a terra perdute". Noi che da subito abbiamo camminato ben salde l'una all'altra, vicinissime, spavalde, curiose, impaurite. Noi che basta uno sguardo, che ogni volta sappiamo creare magia anche nelle sciocchezze. Le nostre grasse risate sul divano e i nostri pianti per le vicissitudini del cuore. Io e te che quando parte la musica la pista è nostra e John Travolta si fa da parte applaudendo :) Io e te che quando c'era un concerto eravamo più scatenate di due groupies dei miti del rock. Tu che vieni a casa mia per rubarmi qulche vestito per poi ridarmeli qualche tempo dopo senza un pezzo :) tu che sei svampita e buffa come me. Grazie per sopportare i miei umori, le mie stranezze e gli sbalzi.
Ora sei diventata una splendida donna, anche quando sei ammalata che vengo a trovarti e ti trovo spettinata e stralunata in quel mega pigiama di pile taglia xxl che bevi il tuo ennesimo the... perchè dici che ti sistema lo stomeghin.
Ti voglio bene perchè mai giudichi. Tu osservi e capisci. Ti voglio bene anche per quelle poche sfuriate dove abbiamo saputo tirare fuori noi e dopo dieci minuti ci prendevamo in giro imitandoci a vicenda. Sei la mia spalla e la mia forza.
Tu che ci sei quando parte la festa... ma sopratutto quando la festa è finita da molto...
sono fiera e fortunata perchè sei la mia amica più grande. Rock'n'roll Ailyn!




Ingredienti per due persone:

Per le tortillas:
  • 150 gr di farina di mais per tortillas
  • mezzo cucchiaino di sale
  • 200 gr di acqua

Per il condimento:
  • 1 cespo di scarola
  • 1 spicchio di aglio
  • vino bianco
  • 1 manciata di uvetta 
  • 1 zucchina 
  • 1 pera 
  • gorgonzola
  • coriandolo o prezzemolo
  • sale

Cuciniamo insieme:
Mettete in una scodella la farina il sale e l'acqua e lavorate il composto, subito diventerà una massa molto morbida e lavorabile. Fate riposare la palla coperta per un'ora circa, poi con l'aiuto di un mattarello stendete la pasta tra due fogli di carta da forno e ricavate le tortillas con l'aiuto di un coppapasta o di un piatto. Cuocete le tortillas in una padella antiaderente (meglio se di ghisa) dal fondopesante per un paio di minuti ovviamente girandole.
A parte mettete un  uno spicchio d'aglio in una padella e mettete dentro le foglie della scarola, sfumate col vino bianco, salate e cuocete per 5 minuti circa e infine tritate, non ho volutamente usato olio perchè il piatto secondo me non ne necessitava visto l'uso del gorgonzola che fa già il suo dovere insaporando il tutto!
Componete il vostro pasticciotto creando uno strato con la tortillas, la crema di scarola, l'uvetta e il gorgonzola e alternado con un'altro stato di tortillas con la zucchina grattuggiata a julienne, la pera mondata e tagliata a pezzetti e il gorgonzola. Dopo aver ultimato i vostri strati infornate a 180° per circa mezz'oretta... et voilà!
Un piatto che nasce dall'esigenza di svuotare il frigo ma che mi ha stupito piacevolmente e che entrerà di diritto nel mio ricettario!

lalexa






Con questa ricetta partecipo al "1° contest del blog Terra e Farina"




lunedì 21 gennaio 2013

Spaghetti di patata al Teroldego di Peter con speck e fonduta di Trentingrana

Quanto amo la mia terra di origine? Troppo... e mi manca ancora di più ora che ne sono distante; non che Verona sia brutta... anzi, ma le radici sono sacre. Intoccabili. La mia terra, il Trentino, oltre che ad avere posti incredibili, profumi unici, scorci mozzafiato e gente straordinaria ha, come tutte le regioni, una immensa  cultura gastronomica: i piatti, non sempre dietetici... diciamocelo, sono tutti saldi nel mio cuore e nei miei ricordi.
Oggi voglio rendere omaggio ad una persona splendida, un amico caro che conosco da molto tempo: Peter Brunel, un grande chef che nasce e cresce in Val di Fassa ma che poi prende il volo nel panorama gastronomico italiano! Ho pensato quindi di proporre i suoi splendidi spaghetti di patate al Teroldego, per fargli onore e per dimostrargli tutta la mia stima e il mio affetto.
Ovviamente, fatti da lui questi "spaghetti" sono unici ed inimitabili!!! I miei sono una versione un po' più...rustica e casallinga. Non me ne abbia chef Peter ;)
Per esaltare questo piatto al meglio ho usato il Trentingrana per realizzare la fonduta! Voglia di  casa mia, voglia di baita, del fresco estivo della sera, del bosco e dei suoi profumi; a volte mi sento distante.
Questo piatto racchiude tutti i sapori della mia terra! Un grazie speciale a Peter!



Ingredienti per due persone:
  • 1 patata grossa
  • 25 gr di burro (meglio se di malga)
  • 25 gr di olio evo
  • timo
  • 1 bicchiere di Teroldego
  • 100 gr di panna fresca
  • 50 gr di latte
  • 100 gr di Trentingrana
  • speck
  • sale
  • pepe



Cuciniamo insieme:
Sbucciate la patata e crate i vostri spaghetti, io li ho creati a mano (genio e sregolatezza) ma in commercio esiste un torchietto apposito per ottenere gli spaghetti di patata. Mettete gli spaghetti in acqua fresca per fargli perdere l’amido e poi asciugateli su di un panno pulito. Mettete ora in un padellino un filo d’olio, il burro e un rametto di timo che poi leverete. A parte preparate la fonduta mettendo in un pentolino la panna e il latte, quando prende il bollore aggiungete il Trentingrana. Passate poi la fonduta con il frullatore ad immersione. Ora aggiungete gli spaghetti di patata nella pentola con l'olio e il burro e gradualmente bagnate con il vino Teroldego fino alla cottura desiderata, ci vorranno pochi minuti, la patata deve rimanere "al dente". Salate, pepate e lucidate con un filo di olio evo. In un'altra padella fate arrostire lo speck a dadini e impiattate mettendo sulla base la fonduta di formaggio, quindi gli spaghetti di patate e infine lo speck.


lalexa


Io, la baita e... MicioPino





sabato 19 gennaio 2013

Un po' sbrisolona un po' crostata

Ma buon sabato a tutti!!!
Sopravvissuta da ieri dopo la mia piccola, innocua e amorevole burla fatta al tato (la prima puntata nel post precedente)! Il  rancio per il suo pranzo di oggi è stato consumato fino all'ultima briciola - a suo dire - con un po' di imbarazzo. Oggi all'una circa mi è arrivato un sms: "Hai proprio buon tempo amor. So io dove metterti le bacchete adesso... :)". Messaggio fortemente ambiguo ma che non mi ha spaventata più di tanto... e comunque lo ha mangiato...e tutto! Poi mi sono fatta raccontare al suo ritorno dalla sua viva voce gli eventi: quando ha aperto la sua gamella ha inizialmente sorriso, solo dopo si è accorto che al posto delle posate c'erano due bacchette; dopo l'iniziale indecisione sul da farsi, se isolarsi per il pasto o affrontare sprezzante i colleghi ha optato per la seconda... i suoi colleghi dopo un primo sguardo e dopo aver provato a far finta di niente gli hanno poi chiesto se  il piatto fosse presentato così per incoraggiarlo a mangiare le verdure come si fa per i bambini! :) ahahahha!!! E comunque mi ama anche per questo.... dice. Quindi al suo ritorno gli ho preparato una torta per stasera, non avevo tanta roba in frigo, gli ho creato questa simil sbrisolona, un po' crostata perché ho usato la marmellata e meno ricca di mandorle rispetto alla vera sbrisolona perché ahimè ne avevo solo una manciata! Una delle sue torte preferite. Velocissima e semplicissima da fare! Beccatevela!!



Ingredienti:
  • 150 gr di farina
  • 100 gr di farina di mais
  • 80 gr di zucchero
  • 1 manciata di mandorle
  • la scorza di un limone grattuggiato
  • 1 bustina di vanillina
  • 1 presa di sale
  • 60 gr di burro
  • 1 uovo
  • marmellata di mirtilli

Cuciniamo insieme:
Tritate grossolanamente le mandorle, mettetele sulla spianatoia con le farine, lo zucchero, l'uovo, la scorzetta del limone grattuggiata, la vanillina, la presa di sale e infine il burro. Lavorate molto velocemente con i polpastrelli fino ad ottenere un impasto omogeneo ma... sbriciolato! Ponete ora queste briciolone di impasto nella tortiera imburrata e infarinata creando uno strato uniforme ma non pressato. Se vi va aggiungete qualche cucchiaio di marmellata, io ho usato la mia preferita, quella di mirtilli!!
Cuocete infine in forno gia caldo a 180° per una mezz'oretta.
La sbrisolona, tipico dolce della zona mantovana, a Verona normalmente è servita irrorandola di grappa. 
A voi la scelta! ;)

lalexa


...e sono ormai convinto da molte lune
dell'inutilità irreversibile del tempo
mi scegli alle nove e sei decisamente tu!
(Rino Gaetano)



venerdì 18 gennaio 2013

Il mio Bento non tradizionale: Rotolo di tacchino e Polpette di testa di sedano

Ho appena  finito di preparare il pranzo che domani sarà destinato al mio tato e non potete immaginare quanto io mi sia divertita! Premessa: domani lui va ad un corso di formazione e non pranzeremo insieme, quindi io amorevolmente gli sto preparando il rancio. È da tempo che continua a menarmela che ha voglia di giapponese quindi domani lo stupirò con effetti speciali! E visto che gli scherzi sono il mio pane quotidiano gli ho preparato in perfetto stile giapponese una carinissima Bento Box, il tradizionale contenitore per il pranzo ricco di cibo e colori (esteticamente a volte mooooolto folkloristico, basta guardare qualche immagine su google) che usano in giappone ma con ingredienti tutti all'italiana... diciamo de' noantri! La cosa divertente è  che gli dirò che gli ho fatto quel rotolino di tacchino che gli piace un sacco e che "il giorno dopo è ancora più buono" secondo lui, e quindi non guarderà cosa contiene la sua gamella....  domani mentre tutti mangeranno panini e paste fredde lui starà lì in un angolo scuotendo il capo a mangiare con le sue bacchette, si perché zero posate nella razione K ...solo due misere bacchettine... ahahahaah quanto pagherei per vedere la sua faccia. 
E quindi solo per il tato sushi di tacchino e onigiri di sedano rapa!
Quanto adoro il Giappone!! Si era capito?!


Ingredienti:

Per il sushi (futomaki) di tacchino:
  • 300 gr di tacchino macinato
  • 150 gr di ricotta
  • 2 uova
  • prosciutto crudo a fette
  • 1 pezzo di zucchina
  • sale

Per gli onigiri di sedano rapa:
  • 1 testa di sedano
  • pan grattato
  • coriandolo (o prezzemolo)
  • una manciata di formaggio grana
  • sale
  • panko
  • 1 pezzo di alga nori (per decorare)
  • olio di sesamo (va bene anche quello di oliva)

Cuciniamo insieme:

Il sushi di tacchino:
In una terrina mescolate insieme il tacchino macinato, un uovo, la ricotta, il sale. Stendete le fette di prosciutto ben compattate e con l'aiuto di una sac-a-poche ponete al centro delle fette un rotolo del composto.
A parte create un frittatina con il secondo uovo, quando sarà pronta tagliatela a listarelle e ponetela al centro del vostro rotolo di tacchino assieme ad una listarella di zucchina. Fate in modo che la frittata e la zucchina siano ben avvolte dal vostro composto. Ora sigillate con il prosciutto crudo e mettete il rotolo in forno a 180° per 45 minuti.

Per gli onigiri:
Pelate la testa di sedano rapa e mettetela a bollire finché non sarà cotta, schiacciatela poi con lo schiacciapatate, aggiungete il grana, il sale, il coriandolo e del pangrattato. Create le vostre polpette, impanatele (io ho usato il panko, ma va bene anche il pangrattato) e cuocetele in padella con un filo d'olio di sesamo.


Sbizzarritevi come più volete nella presentazione!!! Io ho usato dell'alga nori e del sesamo nero per decorare!

...sayonara

lalexa




Con questa ricetta partecipo al contest "Me lo porto in ufficio" di "Pasticci & Pasticcini di Mimma"









martedì 15 gennaio 2013

Polenta e baccalà... buona la seconda!

Ebbene si... Un piatto che mi frullava in testa già dalla scorsa settimana... e che a dirla tutta ho anche già provato... la scorsa settimana. Che bello - pensavo - rivedere un po' un classico piatto come la polenta con il baccalà che qui a Verona va forte! Ma qualcosa è andato storto... È da quel giorno della scorsa settimana che è partito il disastro... mi reco nel supermercato di fiducia per acquistare il baccalà, di solito io lo prendo già bagnato e non ho problemi; quel giorno però era finito. Sbircio nel bancofrigo e trovo questo "stoccafisso sotto sale", poco male - pensa l'interdetta - lo sciacquo strabene, lo bollisco senza sale e les jeux sont faits!Aaaah... e qui inizia il bello. Arrivo a casa lo sciacquo per bene tipo venti volte, lo bollisco, lo rilavo e faccio la mia crema di baccalà. Voi direte: "Una brava cuoca assaggia sempre!" ...Mi sono sopravvalutata ammeto e ho fatto anche la polentina poco salata - perchè magari il baccalà è già salatino no? - porto in tavola.
Cena romantica. Piatto bellino. Cin cin con un super vinello bianco. Bacetto e ti amo tanto. Assaggio mio e del mio tato... prime reazioni: Lingue felpate, asfissia, occhi pallati, arresti cardiaci, aurore boreali e miraggi (cit) seguite dalle prime visioni di San Pietro sulla tavola con le chiavi in mano ...pareva di leccare una salina ...ma ancora più salata!
Quindi la cena romantica è diventata una polentata nuda e cruda!! Però il tarlo mi è rimasto e stavolta... il conto non è stato salato ;)


Ingredienti per due persone:

Per il baccalà:
  • 400 gr di stoccafisso bagnato
  • 1 patata bianca grande
  • 1 bicchiere di latte
  • 1 spruzzata di vino bianco
  • 1 manciata di parmigiano reggiano
  • olio evo
  • sale e pepe

Per la polenta:
  • 130 gr di polenta bianca
  • 1 cucchiaino di sale

Per la salsa ai peperoni:
  • 1 peperone rosso
  • olio evo
  • sale 



Cuciniamo insieme:
Bollite il vostro stoccafisso già bagnato per circa dieci minuti in una pentola con acqua e una spruzzata di vino bianco. Ora scolate e private il pesce dalle lische. Mettete in una pentola con il latte, la patata, il sale e il pepe e fate cuocere fino a quando la patata non sarà cotta. Spegnete, fate intiepidire e frullate con il frullatore ad immersione aggiungendo il formaggio parmigiano e un filo di olio evo.

Per la polenta:
Nel frattempo preparate la polenta, io da buona trentina doc ho usato il paiolo ma potete usare anche una pentola. Mettetendo un litro di acqua e un cucchiaino di sale. Quando prenderà il bollore aggiungete la farina di polenta a pioggia mescolando bene e costantemente con la frusta. Fate cuocere per 45 minuti e poi ponetela in una teglia ad intiepidire.

Per la salsa al peperone:
Prendete il peperone infilzatelo dalla parte del gambo con una forchetta e ponetelo direttamente sulla fiamma viva del gas finché non annerisce. Una volta abbrustolito togliete la pelle del peperone sotto l'acqua corrente e frullatelo con il frullatore ad immersione con il sale ed un filo di olio evo. Io faccio questa operazione perchè la pelle del peperone mi è indigesta e lo preferisco nel sapore, ma se volete potete fare la salsa direttamente con il peperone a crudo. 

lalexa


...doveroso tributo ;)


Con questa ricetta partecipo al contest "Colors and Food di gennaio - Bianco e... un tocco di rosso!"





lunedì 14 gennaio 2013

Vellutata di cardi con Crostini al gomasio

Buon lunedì a tutti!
È da un po' che mi frulla in testa di condividere con voi uno splendido condimento orientale che probabilmente molti di voi gia conoscono... sto parlando del gomasio. Io l'ho scoperto parecchi anni fa poiché la mia coinquilina ai tempi dell'università lo utilizzava praticamente sempre per condiregran parte di quello che mangiava.... diciamo che lo utilizzava un po' al posto del grana. Il gomasio non è altro che un composto di sale e semi di sesamo, il procedimento per farlo in casa è davvero molto semplice, prendete sei cucchiai di sesamo (io ho usato quello nero) e uno di sale marino integrale, lavate bene il sesamo e asciugatelo .Ponete il sale e il sesamo per un quarto d'ora in forno ventilato a 100°. Quando il composto sarà tostato fatelo raffreddare e pestatelo in un mortaio. Vi renderete subito conto del profumo che sprigionerà e  credetemi che anche  il gusto è davvero ricco e pieno di carattere.
Ecco. Non vedevo l'ora di sapere cosa ne pensate di questo gomasio.
E questa sera sfrutto il mio gomasio: zuppetta!! E chi s'è visto s'è visto ;)


Ingredienti per due persone:

Per la zuppa:
  • 1 mazzo di cardi lessati
  • 1 acciuga sotto sale
  • 1 bicchiere di latte
  • 1 cucchiaio di olio
  • noce moscata
  • brodo
  • 2 cucchiai di farina di riso
  • 2 foglioline di menta

Per i crostini:
  • pane a cubetti
  • olio (l'ho preferito al burro)
  • gomasio
Cuciniamo insieme:
Mettete in pentola un cucchiaio di olio, l'acciuga e fate disfare l'acciughina a fuoco vivo, spegnete il fuoco, aggiungete la farina di riso un po' alla volta e stemperate con il latte come per fare una besciamella stando attenti a non formare dei grumi. Aggiungete ora il brodo e i vostri cardi precedentemente mondati, tagliati e lessati. Fate cuocere fino a quando i cardi non saranno completamente morbidi, se la zuppa è troppo densa aggiungete un po' di brodo e aggiustate di sale, attenzione a non esagerare poiché il gomasio che userete per i crostini è già salato. Ora frullate il tutto con un frullatore ad immersione.
A parte preparate i crostini mettendo dell'olio in una padella e facendovi dorare il pane, infine cospargete i crostini con il gomasio e impiattate.

Non l'avrei mai pensato 4 mesi fa quando ho aperto il mio piccolo Pappa Geniale ma inizia a sconfinferarmi l' idea di indire un contest. Mah... si vedrà 

lalexa



Con questa ricetta partecipo al contest "In...zuppiamoci - zuppe a go go" di "sale e coccole"







sabato 12 gennaio 2013

Pollo al sidro e mele

Oggi è una di quelle giornate dedicate a me. Ogni tanto necessito di una giornata per risistemare tutto ciò che ho in testa e nel cuore. In queste giornate sono romantica, lunatica, poetica... ma serena. 
Volevo condividere con voi (oltre alla ricettina) un haiku. Amo gli haiku. Un tipo di componimento poetico di origine orientale composto da 3 soli versi. Il primo di 5 sillabe, il secondo di 7 e il terzo ancora di 5. Sono componimenti istantanei, veloci, possono essere carezze o sberle, baci o pugni. Durano un istante e descrivono il qui ed ora. Ovviamente con la traduzione si perde la divisione in sillabe ma resta abbastanza immutato il senso di immediatezza che trasmettono. 
Provate a leggerne un po'. Troverete l'haiku che fa al caso vostro e magari tra un impegno ed un altro vi troverete anche voi con la matita in mano a scrivere e contare le sillabe... 
Un bacio gigantesco e buon weekend a tutti!

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Un giorno mite,
ma ancora del freddo
nel sole d'inverno

Uejima Onitsura (1661-1738)

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Ingredienti per due persone:
  • 2 sovracosce di pollo
  • 1 mela
  • 1 bicchiere di sidro
  • 1 scalogno
  • timo
  • sale
  • pepe

Cuciniamo insieme:
Nulla di più semplice, rolosate le sovracosce molto bene in una padella, io ho usato quella di ghisa, eliminate il grasso che il pollo rilascia, aggiungete uno scalogno tritato e fate rosolare 5 minuti; ora aggiungete la mela tagliata a dadini, il sale, il pepe, il timo e coprite con il sidro. Fate cuocere finché il pollo non sarà cotto e la salsina alle mele non si sarà addensata. Se volete alla fine potete mettere 10 minuti in forno per rendere la pelle più croccante!

lalexa



Con questa ricetta partecipo al contest "Un coccio al mese per dodici mesi del blog di max"





giovedì 10 gennaio 2013

Cotechino in pasta di canederlo con mousse di lenticchie. (Riciclo mon amour)

Appena passate le feste natalizie...
Uhm... Mi aggiro quatta quatta tra la mia cucina osservando tutti gli "avanzi" culinari... residui di cesti, di regali, di menù luculliani... e quindi ecco lì un pezzo di torrone aperto alla meno peggio che sbuca timido e lì, vicino alla palla di neve con la slittina di babbo natale ecco un pandoro smangiucchiato... perfetto per la colazione! Eddai non si possono buttar via questi bendidio, occorre smaltirli! Ogni anno è così vero!?
Ma parliamo dei  freezer, spesso stipati di pietanze che - Si... riutilizzerò!!! - ebbene, rifiutandomi da sempre di buttare via cibo, ci ho schiaffato dentro un pezzo di cotechino (quel che è rimasto degli splendidi cotechini regalati dal contadino che di solito mi vende la frutta) e delle lenticchie reduci di una cena fatta con amici prima di partire per il Capodanno! E anche in quell'occasione, come sempre, con l'ansia di non fare abbastanza ho cucinato per un esercito. Ma che soddisfazione mi da riprendere in mano gli "avanzi" e reinventare, trasformare e con grande piacere poi mangiare! ...Ma non vi è mai successo di creare dei veri e propri manicaretti con i vostri avanzi? Ssono piccole soddisfazioni della vita diciamocelo :)


Ingredienti per il canederlo di cotechino:
  • 1 cotechino cotto
  • 4 panini raffermi privati della crosta
  • 1 rosso d'uovo
  • erba cipollina
  • 2 bicchieri di latte
  • 4 cucchiai di farina
  • sale 

Per la mousse:
  • lenticchie cotte
  • olio evo
  • timo
  • pepe rosa

Cuciniamo insieme:
Iniziate con l'impasto di canederlo: prendete il pane, levate la crosta (ok, il pane è un avano....ma la crosta non buttatela, può diventare un ri-avanzo ahahah) e tagliatelo a cubettini, ponetelo in una terrina e aggiungete il latte intiepidito ,mescolate molto bene e aggiungete il rosso d'uovo, il sale, l'erba cipollina, e infine la farina, mescolate ancora per bene il composto e mettete per un tempo minimo di mezz'ora in frigorifero (più tempo passa meglio é). Stendete l'impasto di canederlo ottenuto e formate un quadrato, adagiate ora il vostro cotechino cotto (se l'avete messo via in fette potreste creare un polpettoncino, io l'avevo surgelato in pezzo unico) e sigillate bene con l'impasto. Io ho cotto il canederlone nella vaporiera di bambù per renderlo un po' più leggero ma potete cuocere il rotolo in abbondande brodo o acqua salata per circa mezz'ora.

A parte scaldate le vostre lenticchie, io le avevo cucinate con alloro, scalogno, carota, sale e pepe ma andranno benissimo tutti i tipi di preparazione. Una volta calde passatele con il frullatore ad immersione e poco olio evo.
Tagliate a fette il rotolo e impiattate con la mousse e se vi va una spolverata di timo e pepe rosa.

lalexa





Con questa ricetta partecipo al contest di L'Ennesimo Blog di Cucina, CRE-AZIONI IN CUCINA, di gennaio






martedì 8 gennaio 2013

Risotto peperoni e tomino al profumo di grappa

A Verona, la città in cui vivo ormai da un bel po' di anni, la tradizione culinaria è ancorata a pochi piatti che la fanno da padrona, il piatto tradizionale per antonomasia è il lesso con la pearà; la pearà è una salsa, che vi assicuro qui idolatrano e che accompagna tutti i bolliti di carne possibile immaginabile! Qui ne mangiano kg, sopratutto sotto le feste e la cucinano dalla mattina e la cuociono per ore... importante è avere un buon brodo di carne, un midollo (la miòla in veronese) e tanto pepe.... e ovviamene tanta pazienza e tanta carne bollita! Se capitate in zona veronese vi consiglio di assaggiarla. Ricordo la prima volta che sono stata a pranzo dal mio ragazzo la sua mamma mi ha preparato in carrellata tutti i piatti veronesi tra cui questa sconosciuta, eravamo in sei e ne ha portato in tavola un pentolone che pensavo bastasse per diciotto persone almeno... quando è partito il banchetto luculliano, io col mio cucchiaio me ne sono presa un po'...a mo' di maionese, sapete, la discrezione...ahaha... sono rimasta sconvolta quando ho visto quanta  ne prendevano gli altri commensali, praticamente metà piatto viene riempito di pearà e metà di bolliti misti... ammetto che con grande entusiasmo e qualche anno di esperienza ormai sotto questo aspetto sono proprio una veronese... ma oggi non vi posto la ricetta della pearà ma vi prometto che lo farò più avanti. Oggi parlerò di risotto.... probabilmente la seconda grande passione veronese, tanto che qui, in settembre/ottobre a Isola della Scala (in provincia) fanno la fiera del riso. A comandare su tutti i risotti è quello con il tastasal, che è un impasto di carne di maiale macinata, salata, e insaporita con sale e pepe nero grosso frantumato... in breve si tratta dello stesso impasto usato per fare il salame. GNAM!!! Ecco, durante quella fiera si assaggiano risotti di tutti i tipi cucinati dalle maggiori aziende produttrici di riso della zona e ogni tanto si riescono a scovare insoliti e appasionanti abbinamenti. Io in questa sagra traformata in fiera mi diverto come una bambina visto il grande amore che ho per il riso. Ma oltre che a mangiarli mi diverto come una pazza a cucinarli, un risotto che ultimamente mi ha dato moltissime soddisfazioni, tra i miei mille esperimenti e accostamenti in fatto di risotti, è quello che vi propongo oggi: ho deciso di usare una grappa morbida per sfumare al posto del vino bianco... e credetemi che la nota che rilascia, una volta evaporato l'alcool, è molto delicata e dà molto carattere al piatto.

...che prolissa oggi lalexa! ;)


Ingredienti per due persone:
  • 160 gr di riso (io ho usato il vialone nano)
  • 1 tomino
  • 1 peperone rosso piccolo
  • 1 scalogno
  • 1 bicchierino di grappa
  • brodo
  • origano
  • sale
  • olio evo

Cuciniamo insieme:
Fate un soffritto nell'olio evo con lo scalogno tritato e il peperone mondato e tagliato a cubetti, fate cuocere a fuoco lentissimo per una ventina di minuti, questo passaggio evita che peperone e scalogno vi restino sullo stomaco, buttate il riso nella pentola e fate tostare quindi sfumate con la grappa e coprite con il brodo. A fine cottura aggiungete il tomino tagliato a pezzettini e mantecate per bene.
Impiattate spolverando con una bella manciata di origano... che secondo me in questo risotto è la morte sua!!

lalexa

grazie di tutto tato



lunedì 7 gennaio 2013

Sacher scomposta e ricomposta

Come vi ho detto qualche post fa, ho passato il capodanno col mio tatozzolo in un agriturismo in toscana... Volevamo staccare un po' la spina e così abbiamo fatto, ci siamo spaparanzati per quattro giorni tra relax, buon cibo e buonissimo vino. Il posto è Podere Borgaruccio a Peccioli in provincia di Pisa. E visto che lalexa si caccia sempre in situazione un po' strane... nel tardo pomeriggio del 31 dicembre, con l'intenzione di bersi un aperitivo con il loro buon vino si è recata con il tatozzolo nella sala ristorante e in quattroequattrotto si è ritrovata con il grembiule sopra il vestito della festa in cucina ad aiutare le cuoche che erano in formazione ridotta causa il forfait di una terza cuoca che per la serata doveva arrivare ad aiutare... ecco... chi mi conosce dice: "ma Alexa, queste cose capitano solo a te!!!". Fatto sta che è andata proprio così e vi assicuro che è stato davvero bello ed emozionante entrare in una cucina coi controcazzi ;)) 
C'era modo migliore per iniziare un anno in stile lalexa!?!?! Credo di no... poi ovviamente ho passato una bellissima serata...senza grembiule e senza pentole ;) con la forchetta in una mano, un buon calice nell'altra e i capelli che puzzavano di intingoli vari... eh si... ma chissefrega, fichissimo!! 
Se sentite il bisogno di staccare la spina in un posto che non sia il solito agriturismo... ve lo consiglio davvero!! 

E visto che la dieta la inizio da domani... e domani la inizierò dopodomani... e visto che alla fine la dieta non l'ho mai iniziata e non la inizierò forse mai... ecco la mia Sacher scomposta. Io amo la Sacher tradizionale ma ho pensato di rivisitarla un pochino creando una gelatina alle albicocche al posto della sola marmellata.
Non la solita sacher.


Ingredienti:

Per la base:
  • 70 gr di cioccolato fondente
  • 50 gr di burro
  • 70 gr di zucchero
  • 2 tuorli 
  • 2 albumi
  • 50 gr di farina
  • 20 gr di cacao amaro in polvere
  • 1 bustina di zucchero vanigliato
  • 1/2 bustina di lievito
  • 1 pizzico di sale

Per la glassa:
  • 70 gr di cioccolato fondente
  • 20 gr di burro ammorbidito
  • 4 cucchiai di caffè (o 2 cucchiaini di caffè solubile)

Per la gelatina:
  • 100 gr di marmellata di albicocche biologica senza zucchero aggiunto
  • 2 bicchieri di succo di mela limpido
  • 1 cucchiaino di agar agar (potete usare anche la gelatina in fogli)

Cuciniamo insieme:

La base:
Sciogliete a bagno maria il cioccolato e fate intiepidire. Mescolate in una terrina in maniera energica il burro ammorbidito con 50 gr di zucchero fino a formare una crema, aggiungete lo zucchero vanigliato, i tuorli d'uovo, e sempre mescolando il cioccolato fuso. Incorporate la farina, la mezza bustina di lievito ed il cacao in polvere. A parte montate a neve gli albumi con il sale e 20 gr di zucchero. Unite gli albumi montati al composto ottenuto prima mescolando con delicatezza ottenendo un composto omogeneo.
Imburrate e cospargete di farina uno stampo, io ne ho usato uno rettangolare per poi porzionare in quadrati, ma ovviamente potete usare quello che volete. Cuocete in forno preriscaldato a 160° per circa 40 minuti.

La gelatina:
Mettete in un pentolino la marmellata di albicocche, il succo di mela e il cucchiano di agar agar, fate prendere il bollore e versate la gelatina ancora liquida in uno stampo della stessa grandezza della base della torta. E fatela raffreddare di modo che si rapprenda.

La glassa:
Ponete la cioccolata, il burro e il caffé in un pentolino e fate sciogliere a bagno maria.

Assemblate la torta: quando la base sarà pronta e si sarà intiepidita prendete il foglio di gelatina creato e ponetecelo sopra, infine ricoprite il tutto con la glassa al cioccolato fondente. Mettete in frigo per un paio d'ore prima di servire il dolce.

Buon appetito!
lalexa

ecco lalexa al "lavoro" ;)